mercoledì 30 giugno 2010

Serenata

C'è un grillo che canta sotto la mia finestra.
Ora chiudo gli occhi e lo ascolto.

martedì 29 giugno 2010

Mah?!

http://ummusama.wordpress.com/2010/02/12/si-puo-tenere-in-casa-un-cane/

Questa cosa non la sapevo.
Sinceramente so di essere strano. Io tollero i veli, i  burqa e quant'altro. Non me ne può fregar di meno degli harem, che tanto turbano la coscienza occidentale. Non mi scompongo se passando per strada vedo due che stendono il tappetino e si mettono a picchiare craniate a terra pregando. Non mi interessa sentir parlare arabo fuori dai negozi o nella metropolitana. Sono convinto che tutti abbiano diritto al lavoro e alla casa, indipendentemente dalla razza, dalla religione e dal resto.
Però ecco.
Questa storia dei cani mi fa imbestialire.

Rincoglionito

Punti per la cucitrice: 0 euro, dal magazzino della ditta.
Cucitrice: 0 euro, dal mio cassetto in ufficio.
Jeans: 10 euro e 50, al negozio dei cinesi.

Accorgersi alle 12.30 di avere i pantaloni completamente strappati sul culo e le chiappe al vento, cercare di riparare momentaneamente il danno con la cucitrice, comprare un nuovo paio di pantaloni al volo dai cinesi e poi cambiarsi nel bagno del bar prima di mangiare non ha prezzo.

Per tutto il resto c'è il Signore dei Bordelli.

domenica 27 giugno 2010

Un po' di tutto

Casini in canile.
Non posso parlarne. I recenti guai internettiani mi hanno convinto, ahimè, a misurare le parole.
Casini nel Branco.
Del quale io non faccio più parte. Partecipo a una cena, mi siedo al tavolo con altra gente. Rido, faccio figure di merda, scatto foto. Loro sono in attesa, sulla sinistra. Non mi salutano, passandomi accanto si voltano dall'altra parte. Mi viene da ridere, poi uno di loro si stacca e viene a salutarmi. Ormai non mi stupisco più di niente, quindi se anche lui mi avesse ignorato sarebbe andata bene lo stesso, ma mi ha fatto piacere. Non sono a disagio, ma la serata è noiosa. Sono sempre state così noiose le nostre serate? Mamma mia. Alla fine il maschio alfa e la femmina alfa del Branco (il maschio alfa è ovviamente tornato sui suoi passi) cercano di convincermi a rientrare. Quasi nello stesso momento scopro che un membro del Branco (che tra l'altro fino a due mesi fa credevo essere una cara amica) ha cercato di sputtanarmi con una ragazza che conosco, dicendole che ho mandato in giro mail diffamatorie... la ragazza le ha chiuso la bocca con un bel "non mi interessa, non ne voglio sentir parlare, quello che turba le coscienze è che la ragazza ha 19 anni, la cara amica responsabile del nobile gesto sputtanatorio 39...
Questo comunque mi ha lasciato basito. Il Branco non mi ha mai detto in faccia il motivo della mia condanna, e io ho pensato (e tuttora penso sia così) fossero i contenuti del mio vecchio blog. L'indirizzo del quale è stato probabilmente divulgato a tutta la provincia dalla cara amica (che tra l'altro ha smesso misteriosamente di parlarmi e di incrociare il mio sguardo). Adesso viene fuori una storia di mail diffamatorie, tra l'altro assolutamente falsa.
Va beh non me ne frega un cazzo, come ho già detto sono stufo delle persone che si fanno scudo della propria depressione per giustificare tutto, io non sono depresso e non intendo fingere di esserlo per guadagnare la finta simpatia degli altri. Io sono piuttosto incasinato, preoccupato per alcune cose, ma sostanzialmente felice e con dei progetti da portare avanti.
Il mio blog è il mio diario, fermo su di esso pensieri momentanei, è un mezzo di comunicazione che amo, ma sostanzialmente non è nel podio delle cose più importanti della mia vita.
Comunque se frugare nel web cercando cose di cui accusarmi o inventare storie di giri di mail diffamatori vi fa sentire meglio continuate pure, sono felice di contribuire al vostro benessere psicofisico.

Ho trovato questa citazione e mi sembra rispecchi il mio pensiero al momento, anche se non ho visto il film in questione.
"Questa è la vita, e io sono innamorato di te. E' l'unica cosa di cui sono mai stato sicuro in tutta la mia vita. Sono molto confuso in questo momento e devo risolvere una serie di casini vari, ma non voglio più sprecare la mia vita senza di te. Ok? E secondo me ce la faccio, insomma, voglio farlo, dobbiamo farlo, vero? D'accordo?"

(Tratto dal film "Garden State")

Come al solito è un post ignobile, ma va beh.

venerdì 25 giugno 2010

Con il vuvuzela in culo

Ogni quattro anni c'è un estate in cui tutti gli Italiani si vogliono bene. L'unico momento in cui non esistono fedi politiche e durante il quale si sventola con orgoglio la bandiera tricolore.
Ho ricordi di serate calde, di televisione accese, di suoni di trombette e di clacson suonati fino all'alba senza che nessuno protestasse.
Quest'anno non ci sarà niente di tutto questo. Le bandiere sono state mestamente ritirate, a parte quelle nerazzure che ancora resistono. Gli unici clacson che suonano sono quelli ai semafori.
Speriamo almeno nelle serate calde...

mercoledì 23 giugno 2010

L'ultima cena ovvero un omicidio alle Cinque Terre

Le faceva gli occhi dolci dalla sera precedente. E lei lo trovava simpatico.
- Antipatico? - chiede speranzoso lo Sciacallo.
- Simpatico, Sciaca. Simpatico. - scandisce lei.
Lo Sciacallo non osa ribattere: hanno litigato per tutto il pomeriggio e si è preso pure uno schiaffo pacificatore. Si siede e legge il menù.
Ed ecco che lo squalo si avvicina. Sguardo magnetico, fisico snello e asciutto, modi affabili. Un solo dente in bocca.
Patetico, pensa lo Sciacallo.
Lo squalo con un unico dente comincia a ronzare intorno alla De Winter.
- Allora cosa prendi? - cinguetta.
- Prendo ancora la pasta con il salmone. - risponde lei.
- Va be', faremo un sforzo e prepareremo ancora la pasta con il salmone, solo perché sei tu... - inizia lo squalo.
La pioggia di stronzate viene arginata dallo Sciacallo, che interrompe abbastanza seccamente chiedendo un piatto di pasta al pesto. Lo squalo segna e poi seguita a ignorare la scomoda presenza del canide.
- E' buona la pasta? Hai bisogno di qualcosa? Di dove sei? Quanto rimani? E' l'ultima sera? No... mi mancherai...
Finalmente lo squalo si allontana per accompagnare dei clienti alle loro camere. Lo Sciacallo pensa di poter stare tranquillo, invece prima di allontanarsi l'orrido mostro marino mormora: - Ti dedicherò una cosa che ho scritto io, dopo.
Lo Sciacallo pensa ad un modo veloce per eliminare il rivale.
- Perché hai preso il pesto, che non lo digerisci? - chiede la De Winter.
Lo Sciacallo non digerisce nemmeno alcune creature marine, ma evita di dirlo.
Prima di uscire dal locale lo squalo recita una roba inascoltabile alla De Winter.
- Ti aspetto, torna presto. - sussurra alla fine. - Ah. Vale anche per te. - borbotta disgustato rivolgendo per qualche millesimo di secondo l'attezione sullo Sciacallo.
La mattina dopo lo Sciacallo è quasi felice di lasciare quel luogo di perdizione. Abbandona la De Winter in piazza coi bagagli e va a saldare il debito con il padrone della pensione. Mentre torna, da bravo e ingenuo amante, si ferma a comprare due brioches calde, senza pensare che il punto dove ha abbandonato la ragazza è proprio davanti al ristorante.
Torna indietro e si blocca a metà salita (una delle tante salite). Lo squalo ha trovato l'innocente (?!) De Winter da sola e ci sta provando spudoratamente. L'innocente (?!) nota lo sguardo da sciacallo dello Sciacallo e sta per scoppiare a ridere in faccia al pretendente.
Lo squalo continua a parlare con aria sognante, alla fine degna lo Sciacallo di uno sguardo e gli dice, con schifo, "ciao.
- Io sono lo Sciacallo, comunque. - ringhia il mangiatore di carogne alla carogna.
- Lo so. - risponde con noncuranza lo squalo, continuando poi nell'opera di seduzione.
Per fortuna arriva il pulmino verde ed ecologico e lo Sciacallo costringe la De Winter a salire anche se manca ancora un quarto d'ora alla partenza.
- Ma che voleva quel vecchio bavoso? - chiede poi.
- Niente. Mi ha solo dato il suo numero di telefono. - risponde lei.
Il quarto d'ora è finito e il pulmino si allontana dalla piazza, dai gatti, dalla camera vista mare e dal bigliettino appallottolato con il numero abbandonato con noncuranza in un'aiuola.

Come in un film

E' finalmente rientrato il figlio del capo dal suo stage estero.
Ora lavorerà sempre qui.
Fianco a fianco con il padre.
E' una cosa commovente, sono così belli insieme, sembra un film.
Scemo e più scemo, per esempio.

martedì 22 giugno 2010

L'incontro ovvero "Ti immaginavo diversa, più... mm... più... come lui, insomma."

Milady De Winter: - Qual è stata la prima cosa che hai notato di me?
Dea Eris: - Le tette. Sono arrivate un quarto d'ora prima.

venerdì 18 giugno 2010

Sciacalli alle Cinque Terre

Postare da qui mi è difficile perché Milady De Winter mi sta attaccata come una cozza patella.
Comunque sta andando tutto benissimo. Il viaggio è cominciato alla grande: la De Winter ha perso il treno e io mi sono ritrovato alla stazione di Torino Porta Susa da solo come un pistola. Alla fine è arrivata incazzata nera con il treno che non l'ha aspettata.
Il nostro treno era l'intercity per Salerno. Mentre tutti gli scompartimenti erano mezzi vuoti, il nostro era pieno di salernitani anziani che tornavano in città per le ferie. Fino ad Alessandria non mi sono seduto perché stavano parcheggiando le milleottocentovaligie che avevano al seguito. Quando finalmente ho guadagnato il mio posto, i nostri simpatici compagni di viaggio hanno cominciato a parlare di
a) i figli è meglio farli quando si è giovani
b) i preti pedofili
c) i nuovi sistemi per far ricrescere i capelli sono vaccate
d) non esistono più le mezze stagioni
A Sestri Levante o scendevamo noi o lanciavamo loro dal finestrino.
Saliti sul regionale per La Spezia, Milady De Winter si lancia alla ricerca di un posto senza aspettarmi e finisco miseramente schiacciato dalla porta a scorrimento del treno. La sua giustificazione è stata "sei tu che sei un pistola".
Scesi finalmente alla nostra stazione, nel sottopassaggio semino per strada la busta con il regalo della Dea Eris, della quale mi restano in mano solo i manici. Rido come un coglione per circa tre ore, incapace di fermarmi, mentre la De Winter mi insulta e ripara la busta.
Alla fine ci mettiamo in cammino per la pensione. "Dove si trova?" mi chiede Milady De Winter. Io come al solito sono preparatissimo e rispondo "boh, comunque è qua vicino".
Dopo altre tre ore di camminata in salita con i bagagli e il sole (l'unico sole della giornata) dritto sul cranio, arriviamo alla pensione mentre il nostro rapporto è ormai in crisi a causa di velate minacce di morte della De Winter.
Il padrone della pensione sembra un maniaco sessuale. La tizia che ci accompagna alla camera è semplicemente lobotomizzata e si nutre esclusivamente di gelati.
"Andiamo in spiaggia!" propone la De Winter.
I due sperduti viaggiatori ripercorrono la strada e poi scoprono che non c'è spiaggia ma solo qualche scoglio isolato. Va benissimo. Si gode del rumore del mare con il sottofondo di "Sciaca, vieni qui. Sciaca, mi annoio. Sciaca, senti che bello il rumore del mare. Sciaca c'è un granchio/pesce/gabbiano/paguro. Sciaca, senti che bello il rumore del mare. Sciaca andiamo via. Sciaca lascia stare il granchio/pesce/gabbiano/paguro. Sciaca, senti che bello il rumore del mare."
La sera mangiamo al ristorante del maniaco sessuale con un gatto che ci guardava con gli stessi occhi del Gatto con gli Stivali di Shrek. Ha mangiato circa tre quarti della nostra cena, mentre la tizia lobotomizzata seguitava a nutrirsi di gelati.
Passo la notte sul bordo del letto mentre la gentile pulzella occupa il restante 99,9% e vengo svegliato dagli scrosci dell'acqua.
"Piove." dico.
"MMMgggrMM." risponde lei saggiamente.
Come sempre per svegliare Milady De Winter bisogna avere pazienza, ma soprattutto molto, molto tempo.
Alle 9 riapre un occhio.
"Che ore sono?" biascica.
"Le nove." rispondo.
"Oh. E sei rimasto tutto il giorno in camera ad aspettare me?"
Rimango perplesso a fissarla.
"Tutto il giorno? Ma sono le 9 di mattina." dico.
"Ah. Pensavo fossero le 9 di sera." blatera lei, prima di svenire nuovamente.
A mezzogiorno riusciamo a spostarci a Monterosso (secondo la De Winter MAREROSSO) e ad accaparrarci un pezzo di spiaggia. Non ci sono molte persone: solo noi e qualche pinguino.
Tralasciando le pessime figure di cui parlerà la riviera ligure per i prossimi secoli, visto che ho prosciugato il mare a forza di caderci di faccia e ingoiare litri di acqua salata, sono riuscito a bruciarmi un fianco in circa undici secondi di sole (durante i quali io mi ero addormentato sulla comodissima spiaggia di pietre acuminate).
Ora chiudo che la cozza patella si sta alterando.
[P.S. Questo post è chiaramente ironico, questi giorni sono stati stupendi e il posto è incantevole. Per realizzare questo post nessuna cozza patella è stata maltrattata.]
Edit: Per leggere il post senza alzarsi dal letto, Milady De Winter ha inclinato il computer, che le sfuggito di mano finendo dritto sulla fronte dello Sciacallo che ingenuamente le stava accanto.

mercoledì 16 giugno 2010

Indovinate

A chi è venuto il raffreddore la sera prima di partire?
Detto ciò.

Milady De Winter e lo Sciacallo partono per tre giorni e mezzo di mare.
Ora è meglio che lo Sciacallo finisca di preparare il suo bagaglio, parte del quale è costituita dal regalo di compleanno della Dea Eris, in ritardo di un solo trimestre.

Sdo balissibo, ma come ci si fa ad ammalare nel giro di una mezz'ora e ridursi in questo stato?
E' il mio capo che me la gufa.

A proposito, oggi ho chiamato in ufficio per sentire le novità.
Lunedì mattina il dialogo è stato il seguente.
Ore 9.00
Capo: - Ma dello Sciacallo sapete qualcosa?
CollegaD: - Sì, sappiamo che è in ferie.
Capo: - Oh. Mi sembrava fosse in ferie la settimana scorsa.
CollegaD: - Se era in ufficio, evidentemente non era in ferie.

Inoltre, l'Omino Del Programma Nuovo Che Non Ride Mai ha toppato un'altra volta e in ufficio sono volati coltelli fra lui, il Capo e il CollegaD.
Sono alquanto turbato dalla prospettiva di rientrare in ufficio lunedì.

martedì 15 giugno 2010

Sciacalli in ferie

Da ieri lo Sciacallo è in ferie. Per una settimana.
Venerdì sera ha notato che il tempo cominciava a peggiorare.
Sabato gli si è rotto un dente.
Domenica il genitore gli ha annunciato che aveva già previsto una serie di lavori inutili da fargli fare durante le ferie.
Lunedì si è svegliato inverso e ha dovuto lavare tutti i piatti presenti in casa, pentole, sottobicchieri, bicchieri per tutti i vari tipi di liquori al mondo, roba stipata da una vita che potrebbe avere l'unica utilità di venire sfracellata contro al muro durante una crisi isterica dello Sciacallo. Poi è andato dal dottore a portare i risultati delle analisi del sangue, ma il dottore non c'era, quindi è tornato a casa e ha trovato il genitore che scrutava un piatto appena lavato chiedendo: "Ma in questo piatto cosa si mette?" Nessuno, neanche il produttore, lo sa, questo è il problema.
Martedì, che poi è oggi, ha accompagnato Donna Granata, ancora in crisi per la sconfitta del Torino e il pareggio dell'Italia, a comprare un computer nuovo, nel frattempo ha subito l'ira funesta di Milady De Winter furiosa contro Dio e contro gli uomini.
Domani è mercoledì e lo Sciacallo pensa che rimarrà nascosto nel suo ciuffo di cespugli secchi sperando che passi in fretta.
Giovedì sarà un altro giorno e partirà.
Si suppone per Lourdes.

lunedì 14 giugno 2010

Rimedi

Sciacallo: - Hic! Hic! Hic! Hic! Hic!
Milady De Winter: - Pronto?
S: - DeWi, fammi "buh".
MDW: - Buh.
S: - Mi è venuto un singhiozzo tremendo e non riesco a farmelo passare. Fammi paura.
MDW: - ...
S: - ...
MDW: - Sciaca, oggi ti ho tradito.
S: - EH?!
MDW: - Ti sei spaventato?
S: - Sì.
MDW: - Ti è passato?
S: - Sì.
MDW: - Buonanotte.

sabato 12 giugno 2010

Il Branco disperso

La Dea Eris ha detto proprio l'altro giorno allo Sciacallo che deve smetterla di pensare a questa storia del Branco.
Lo Sciacallo ha annuito, in fondo gli dei hanno sempre ragione, e si è messo a pensare ad altro.
Siccome non ha voglia di pensare sempre e solo ai problemi, lo Sciacallo si è messo a pensare che è in ferie per una settimana, che gli pagheranno la quattordicesima, che andrà alle Cinque Terre con Milady De Winter, che sta bene e se ne frega di quelli che non sopportano le persone che stanno bene e lo vorrebbero triste e depresso oppure incazzato e ringhiante.
Lo Sciacallo non ha pensato al Branco finché la femmina alfa del Branco, nonché sorella dello Sciacallo, gli ha ricordato che la colpa di ogni disgrazia capitata ultimamente al Branco è proprio sua, dello Sciacallo, noto terrorista.
Lo Sciacallo ha chinato il capo e ha chiesto perdono con la buffa formula "me ne sbatto le palle".
Che non è proprio vero ma deve mantenere la sua fama di canide duro e senza ripensamenti.
Ieri sera lo Sciacallo è uscito con Donna Granata, con la condizione che non si parlasse del Branco. Dopo aver ascoltato Donna Granata dire al cellulare che lampeggiava per una chiamata non risposta "fatti i cazzi tuoi" e aver ricevuto messaggi da Milady De Winter che lo accusava di essere un ubriacone nullafacente, lo Sciacallo ha recuperato la femmina alfa del Branco ed è tornato a casa.
Oggi il maschio alfa del Branco manda un messaggio a tutti, Sciacallo compreso.
Il Branco è ufficialmente sciolto, il maschio alfa vaga nomade per le pianure e i componenti rimasti si guardano intorno senza sapere cosa fare, nell'attesa che arrivi un nuovo maschio alfa. Per ora stanno cercando di convincere il maschio alfa precedente a tornare. Allo Sciacallo, invece, hanno chiesto di restituire solo la cassa, che di lui si può fare anche a meno.
Lo Sciacallo osserva queste cose dal suo ciuffo di cespugli secchi, al margine della savana, e pensa che comincia davvero a non fregargliene più niente.

giovedì 10 giugno 2010

Voglia di lavorare 2

CollegaL: - Ma la biblioteca dove lavora tua sorella è aperta il sabato?
Sciacallo: - Sì, la mattina. Leggono anche le favole, se vuoi portare tua figlia.
CollegaD: - Qui in ufficio le favole ce le raccontano tutti i giorni.
S: - Mi è venuto mal di testa.
CD: - Questo programma nuovo mi sta facendo impazzire.
CL: - Ma l'hai sentito il pazzo fascista al bar dei cinesi?
S: - Aspetta, sto facendo una gara e sono fuori dal base d'asta.
CD: - Secondo me il Capo è microdotato.

Voglia di lavorare

Capo: - Sciaca, chiama questo nostro concorrente. Fingi di lavorare per il Comune di Piacenza e chiedi informazioni.
Sciacallo: - Io?! E cosa dico?
Capo: - Non lo so, inventati qualcosa. Io ti presto il cellulare.
S: - Ma... CollegaD, fai tu la chiamata?
CollegaD: - Scordatelo.
S: - CollegaL?
CollegaL: - No, che poi mi viene da ridere.
S: - Mio Dio.
CL: - E non hai nemmeno l'accento piacentino.
S: - Giusto. Come dicono "Piacenza" i piacentini?
CD: - Secondo me con la "r" rotolante.
CL: - Quale "r"?! In Piacenza non c'è nessuna "r"!
CD: - Ah già.
S: - Zitti! Mi confondete.
CL: - E se ti chiede un numero di telefono di riferimento?
CD: - CollegaL, così peggiori la situazione. Sciaca, cerca un numero del Comune di Piacenza, va'.
S: - Vi odio.
CL: - Dai chiama, così te lo levi.
S: - Senti, non li chiamo e vaffanculo.
CL: - Oh.
CD: - Mi è andato in palla il pc un'altra volta.
S: - Ma non doveva richiamare l'Omino Del Programma Nuovo Che Non Ride Mai?
CD: - Sì, ma figurati.
CL: - Su facebook hanno messo la foto di me e mio fratello da piccoli!
S: - Vediamo. Eri uguale a come sei adesso.
CL: - E' un complimento?
CD: - Sciaca, ma fra te e tua sorella quanti anni ci sono?
S: - Nove.
CD: - Ma dai. Sembra più giovane.
S: - Ogni tanto pensano che sia più giovane di me.
CD: - Anche a me lo dicono, e io sono il più giovane di quattro fratelli.
CL: - Dai, però è vero che i tuoi fratelli sembrano più giovani.
CD: - CollegaL, dovevi per forza venire qui stamattina? Non potevi andare a battere?
CL: - Ci avrei guadagnato in tutti i sensi.
S: - Questa vita mi uccide.

mercoledì 9 giugno 2010

Il ruggito del genio

- Sono andati a fare la consegna e hanno lasciato qui queste cartucce, anche queste andavano consegnate in piazza LeoPardo Da Vinci.

[CollegaL ha chiaramente bisogno di ferie.]

La lista per il mare

- Ho fatto la lista delle cose da portare al mare.
- La lista? Ma stiamo via tre giorni...
- La vuoi sentire?
- Sentiamo.

6 ore dopo

- Non so, forse ho dimenticato qualcosa. Vuoi che te la rilegga? Pronto? Ci sei ancora?

Intercettazioni

Non sono più entrato nel mio vecchio blog da quando è successo quello che è successo.
L'ho chiuso come poi ho chiuso con quello che qui chiamerò il Branco.
Ero già scocciato per diverse cose e il fatto che praticamente tutto l'hinterland milanese fosse improvvisamente a conoscenza dei miei post, nei quali tra l'altro parlavo anche di persone a me care e dei loro problemi, mi ha lasciato l'amaro in bocca, convincendomi che era ora di allontanarmi dal Branco.
Tenevo molto al mio sito, molto più di quanto si possa pensare. Non era praticamente visitato da nessuno, ma me ne importava sempre meno, era il mio rifugio e in esso riversavo le mie emozioni del momento.
Mi è stato detto, anche da persone che mi vogliono bene, che devo smetterla di utilizzare questa forma di comunicazione, che il diario si tiene chiuso nel cassetto e non pubblico sul web. Mi è stato detto che la colpa è mia, e va beh. Forse è vero, ma l'unica cosa che mi è rimasta da questa esperienza è una grande nostalgia del mio vecchio blog.
Probabilmente quando avrò la forza di rimetterci mano - per ora è escluso - riverserò tutti i post su questo nuovo blog, mettendoli privati, tanto per dare continuità alla cosa e non rinnoverò il contratto con aruba.
Come ho detto, avevo già deciso di lasciare il Branco quando è successo il patatrac.
Con la differenza che invece che andarmene normalmente, ho dato l'impressione di essermene andato con la coda tra le gambe, che può anche essere vero. Sicuramente me ne sono andato da perdente.
E addosso mi è rimasta una gran brutta sensazione, che non riesco a debellare. Stasera ho incrociato i loschi figuri artefici della distruttiva lettura, grazie a uno sveglione che li ha invitati nonostante fosse al corrente della storia. "Così al massimo chiarite", in realtà ho scoperto che mi hanno tolto il saluto. Io li ho salutati, ma poi sono rimasto in ansia tutta sera, con una gran voglia di andarmene. Tornare nel Branco è escluso, anche se io sono un mangiatore di carogne e di carogne lì ce ne sono in abbondanza.
Sto male solo al pensiero di rivedere ancora le loro facce.
Dopo due anni di Branco, mi è rimasto solo un gran senso di colpa - grazie - e una ancora più grande delusione. Delusione perché invece di chiarire - anche se nemmeno io ho una gran voglia di farlo - si preferisce evitare di salutare. Delusione perché il Branco era nato con l'idea di essere un luogo dove scrivere liberamente e il mio risultato è stato quello di chiudere il luogo dove scrivevo liberamente. Delusione perché nessuno mi ha chiesto di tornare, però mi hanno chiesto di restituire i soldi della cassa, che tenevo io - sono 35 euro. Delusione per i dubbi e le domande e le certezze di cui neppure ho voglia di parlare.
E ora ho la fissazione di non scrivere cose troppo dettagliate, nomi o nick conosciuti, per non farmi inseguire anche qui. Eppure non voglio smettere.
E dopo tutto questo discorso inutile, concludo dicendo che settimana prossima andrò al mare con Milady De Winter e andremo anche a trovare la Dea Eris e quindi del resto mi importa poco e nulla, le brutte facce si dimenticano in fretta.

martedì 8 giugno 2010

Devono essere stati gli occhiali da sole

Stamattina arrivo alla solita via che percorro da quasi quattro anni, vicina all'ufficio e regolarmente bloccata dal camion che raccoglie spazzatura, con gli omini della spazzatura che trascinano sacchi e bidoni con la stessa vitalità di un impala in avanzato stato di decomposizione, mi fermo all'angolo della strada aspettando che si muovano e mi lascino passare. Dietro il camion si forma la coda delle auto che devono passare, in direzione opposta alla mia. La strada è stretta e il camion la occupa interamente. Gli omini della spazzatura finiscono il loro duro lavoro, alcuni escono dal bar muniti di brioches e bottigliette d'acqua con cui rifocillano gli altri omini. Intanto, dietro alla coda di macchine che pazientemente aspettano di passare, è comparsa una punto rossa che non fa altro che sfanalare e accecare tutti i milanesi nel raggio di sei chilometri quadrati, tranne gli omini della spazzatura che non si accorgono di nulla e continuano a spartirsi i viveri. Finalmente si riparte, la punto sfanalante è praticamente in mezzo alla strada a cavallo fra le due corsie. Alla guida c'è una pazza con gli occhiali a mosca (nessuna traccia di sole questa mattina, ma con tutta la luce che ha fatto lei abbiamo ormai su Alpha Centauri ci invidiano), io le passo di fianco e lei, con gesto da signora, agita la mano come a dire che-cazzo-stai-facendo.
Non contenta, abbassa anche il finestrino e mi urla: "Ma dove vai che di qui non puoi passare?! Hai bloccato tutti!"
Tralasciando il velato consiglio di ripetere l'esame di teoria dell'esame per la patente alla gentile pazza dall'abbagliante facile, mi chiedo come abbia fatto a vedere la mia C1 rossa e non l'immenso e puzzoso camion della spazzatura color verde acido, con tutti gli omini sparsi completi di brioche, sacco dei rifiuti e divisa giallo evidenziatore.

Modificando

Ho modificato un po' il profilo di questo strambo blog.
Lo sciacallo è un animale che mi affascina. In realtà pensavo di mettere Coyote come nick, ma assomiglia troppo ad un'altra parola e avrei scatenato l'ilarità e gli insulti di Milady De Winter e della Dea Eris.
Che tra l'altro sembra si divertano molto a insultarmi, dev'essere terapeutico.
Potrei aprire un'attività.

sabato 5 giugno 2010

Dialoghi d'amore

- Deficiente, stai zitta un attimo.
- Vaffanculo.

martedì 1 giugno 2010

Succhiasangue

- Non guardare il sangue che esce. - mi ha detto ieri la tizia con gli occhi azzurri che mi ha fatto il prelievo.
- Non mi fa impressione. - ho risposto.
In ogni caso preferivo il mio sangue al suo trucco.
Una puntura e via, non senti niente, resta solo un piccolo livido.
Poi capita che il tuo collega più giovane, che normalmente lavora dalle 6 alle 20 con una pausa di mezz'ora, decida che sia ora di andarsene e trova lavoro, da un giorno all'altro, e dà le dimissioni, da un giorno all'altro.
E il tuo capo, che di anno in anno si fa più viscido e più ricco, che prima tesseva le lodi del giovane dipendente, decida che è una persona che va punita e che non merita niente, nemmeno l'ultimo stipendio, del quale non si sa come annullare il bonifico fatto ma si troverà il modo.
Gli operai al bar ridono fino alle lacrime per la notizia del pestaggio di una coppia di "ricchioni di merda" alle Colonne di S. Lorenzo.
Non guardare il sangue che esce.
Una puntura e via, non senti niente, resta solo un piccolo livido.